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27 settembre 1932, Roma – 19 gennaio 2019, Siena
compositore, pianista, musicista costruttore.

Studi classici e musicali. Al Conservatorio e all’Accademia di S. Cecilia si diploma in composizione ed in Perfezionamento in composizione sotto la guida di Goffredo Petrassi (1951/1960) e in pianoforte con Rodolfo Caporali (1948/1956). Nel 1960 visita i Ferienkurse di Darmstadt (seminari di Bruno Maderna) e nel 1962, con una borsa del Ministero degli Affari Esteri, si reca in Olanda (Utrecht) dove, presso il C.E. M., segue i corsi di musica elettronica tenuti da Gottfried Michael Koenig. Dal 1956 attività pianistica concertistica (suona con B. Maderna, M. Rossi e P. Hupperts, tra gli altri direttori) ed alterna la presentazione di musiche del repertorio classico (dai virginalisti elisabettiani a D. Scarlatti, da Satie a Stravinsky, Schoenberg, Bártòk, Stockhausen, Cage, Brown, Feldman, ecc.) a quella delle proprie installazioni sonore.

Ottenuto il premio Nicola d’Atri dell'Accademia di S. Cecilia per SEI PEZZI per ORCHESTRA nel 1962 e nel 1965 il premio della Fondation europeènne de la Culture per QUODLIBET, a partire dal 1962 Bertoncini inizia a »preparare« sperimentalmente strumenti acustici secondo tecniche inedite, con o senza l’impiego dell’elettronica dal vivo (QUODLIBET, CIFRE, TUNE, SCRATCH-A-MATIC, EPITAFFIO); dal 1965 al 1972 partecipa all’attività del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza e per tre anni (dal ’69 al ’72) è chiamato a dirigere l’omonima associazione. Dal 1973 al 1975 si reca a Berlino in qualità di »artist in residence« del D.A.A.D. In questo periodo egli comincia a progettare ed a costruire oggetti sonori (»sculture di suono« tese a liberare il concetto di forma sonora dallo svolgimento temporale) basati sul principio dei suoni eolici; tra essi ricordiamo VELE, arpe eolie di grandi dimensioni (sette metri d’altezza), CHANSON pour INSTRUMENTS à VENT, assemblage per arpe e gong eolici per un esecutore, VENTI, per 20 generatori eolici di suono e quaranta esecutori. Nel 1997 ottiene una Borsa di lavoro per lo Studio elettroacustico della Fondazione Heinrich Strobel (SWF di Baden Baden).

ATTIVITÀ DIDATTICA: dal 1969 al ’72 al Conservatorio G. Rossini di Pesaro; dal 1974 al ’76 presso la McGill University di Montréal, Canada, realizza un corso sperimentale di composizione (Musical Design Course) fondando il gruppo Mud, noto in seguito col nome Sonde); professore dal 1977 al 1998 alla Universität der Künste Berlin (UdK), tiene parallelamente seminari e cicli di conferenze/concerto in vari paesi (USA, Canada, Europa, Corea, Israele).

Verso la seconda metà degli anni sessanta si avvicina al teatro musicale con una serie di lavori (tra cui SPAZIO-TEMPO, rappresentato alla Biennale di Venezia del 1970) nei quali egli propone una relazione funzionale tra tutti gli elementi che concorrono allo svolgimento dell’azione scenica e cui dà il nome di »Teatro della Realtà«. Conseguentemente brevetta nel 1986 il cosiddetto »Choreophon«, un sistema di trasduzione senza contatti del gesto coreografico in suono; nello stesso anno fonda il gruppo VIE insieme con la danzatrice Martina Schaak ed il regista Roberto Capanna. Nel 1992/’93 costruisce e brevetta col nome di »Stabdämpfer« un dispositivo atto a modificare la sonorità degli strumenti ad arco.

A lato dell’attività compositiva, costruttiva ed esecutiva Bertoncini coltiva quella letteraria in varie forme: sul finire del periodo scolastico collabora all’Enciclopedia dello Spettacolo Sansoni in qualità di redattore per il teatro musicale del XVIII° secolo e scrive in seguito su commissione della Radiotelevisione Italiana, oltre alla traduzione ritmica di opere scritte originariamente in Inglese, Francese e Tedesco (tra l’altro il »Lindberghs Flug« di Brecht e Weill), più di ottanta recensioni di opere liriche appartenenti a diverse epoche.

A partire dal 1976 dedica parte del proprio tempo alla redazione di saggi in forma dialogica ispirata dal dialogo platonico classico; essi sono originariamente scritti in lingua italiana e, in due casi – i dialoghi sono a tutt’oggi sedici – anche inglese. Essi trattano quasi esclusivamente argomenti musicali. Dal 1978 ha inizio anche una insospettata attività poetica: da allora ad oggi egli ha scritto circa quattrocentocinquanta sonetti in dialetto romanesco, pubblicandone nel ’90 una scelta di duecento per la Äolus Verlag di Berlino.

Nel 2004 lascia Berlino e si trasferisce a Cetona (SI), dove continua la sua attività musicale e di scrittore (suo malgrado) fino a poco prima di ammalarsi e morire per un aggressivo tumore al cervello nel gennaio del 2019. Mario è sepolto nella piccola cappella di famiglia nel paesetto montano di Pianosinatico (PT), Appenino Tosco-Emiliano.

»...quel 'voler dire', quel 'voler raccontare' ciò che a partire da un dato momento è apparso chiaro e luminoso, la scoperta clamorosa di chi ha sorpreso tra i grovigli di corde e suoni delle sue costruzioni musicali il segreto inseguito per decenni dalle avanguardie del XX secolo: quel suono puro libero flessibile multiplo e perpetuamente cangiante che la scrittura – quella musicale intendo, a fatica potrà adoperarsi di riprodurre...« Daniela Margoni Tortora, «Der ferne Klang», il suono lontano di Mario Bertoncini. In: LE ARTI DEL SUONO, Cosenza 2009

[Immagini]Bertoncini_Napoli 2016

Il lascito cartaceo si trova presso: > akademie der künste, berlino: archiv bertoncini
!attenzione! catalogo non ancora completato! contattarmi per dettagli


Gran parte delle sculture sonore, dei kit esecuzioni ecc. si trova presso:
> fondazione isabella scelsi, roma: fondo bertoncini
!attenzione! catalogo non ancora completato! contattarmi per dettagli

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