: Scratch-a-matic (1971) :
 
per pianoforte e 9 motori DC
durata var. 


scratch-a-matic. detail. photo: gerd rische

Una delle prime installazioni sonore note.

9 piccole ruote di gomma, azionate da relativi motori DC ancorati alla cassa del pianoforte mediante una struttura metallica, sfiorano alcune corde in punti nodali determinati. La variabile pressione operata sulle corde dalle ruote genera delle serie di armoniche proporzionali ad essa e alla velocità di rotazione. Durante l’esecuzione i motori vengono silenziosamente applicati a diversi punti nodali delle corde. Aggiustati i motori alle rispettive corde, l’unico esecutore si sposta verso un’altra zona del palcoscenico nella quale sono collocati due registratori magnetici connessi in serie e collegati mediante un “anello” (feed-back). Essendo uno dei registratori controllato in frequenza, il nastro viene trascinato con velocità discrete, a seconda dei successivi diversi valori delle frequenze imposte: di conseguenza il processo di accumulazione sonora risultante produce un cluster microtonale variabile – una sorta di “respiro spettrale” controllato dall’esecutore.

L’alternarsi dell’azione tra la zona di produzione e quella di modificazione del suono costituisce un processo la cui fine, idealmente, avviene quando tutte le diverse posizioni dei motori sulle corde siano state raggiunte. Dopo varie esecuzioni in Europa e in America, il lavoro, cioè il meccanismo operativo di esso, sarà negli anni completamente distrutto; la ricostruzione del 2013, commissionata dall’EMUfest, è dedicata a Maria Sofia Braun von Stumm.

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