: Pavana (1974) :
 
per 6 strumentisti e proiezione elettroacustica spaziale
durata var., 7' ca. 

Pezzo spaziale per flauto (anche fl. in sol), oboe (corno inglese), clarinetto (cl. basso), fagotto, corno (tuba wagneriana) e pianoforte.

Composto nel 1974 a Berlino e presentato in prima assoluta nello stesso anno a Francoforte presso la Hessischer Rundfunk (dir. Klaus Billing).

Simile alla danza storica, il brano è composto da tre diverse sezioni. Attraverso un sistema di microfoni a 6 canali indipendenti, gli esecutori distribuiscono nella sala un materiale sonoro basato sulla serie di armonici naturali (fino al settimo armonico) - muovendosi alternativamente verso uno dei 6 microfoni a tempi diversi. In questo modo, creano una proiezione sonora in costante pulsazione, con fasi stabili e instabili, nei vari punti della sala. La composizione incorpora quindi il movimento dei musicisti nello spazio come parametro aggiuntivo. Ogni strumentista immagina autonomamente la propria misura del tempo, che coordina i suoi spostamenti tra i microfoni e gli eventi sonori riprodotti. Nel processo, un piano complesso controlla la distribuzione spaziale dei suoni, sempre con l'aiuto del rinforzo sonoro. In questo senso, Pavana è un'articolazione temporale e strutturata dello spazio musicale e fisico. Il titolo del brano è quindi un doppio riferimento: da un lato, la struttura spaziale rimanda alla danza rinascimentale >Pavana< (Padovana), dall'altro il brano riprende il tema della >Pavana< di Maurice Ravel come base armonica.

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