: Chain Reaction (1973) :
(in collab. col pittore cinetico Peter Sedgley) 
per arpe eolie ed environment cromatico audio-visivo
dur. var. / 1a esecuzione: Haus am Waldsee, Berlino 1973 / immagini
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Menippo: Sta bene. Mi parli un po’ in maniera particolareggiata di questi primi lavori basati sul principio dei suoni eolici.

Bremonte: Come ho già detto, il primo in assoluto è stato CHAIN REACTION, presentato nel marzo del ’73 al museo berlinese Haus am Waldsee. Il lavoro consta, per la parte musicale, di due “leggìi” di oggetti eolici (due arpe e due gruppi di gongs); per quella visuale, invece, d’una installazione luminosa policromatica del pittore cinetico Peter Sedgley.
L’idea iniziale del lavoro è il risultato d’una visita di X. al Messegelände, il Palazzo delle Esposizioni, di Berlino, dove Sedgley esponeva un’opera basata sul principio della corrispondenza analogica tra un impulso sonoro ed il suo equivalente visivo: una mistura di luci colorate primarie modulate nell’intensità per mezzo di filtri elettroacustici [...]
L’artista inglese aveva disposto una serie di schermi, ovvero delle lunghe strisce parzialmente opache attraverso cui le luci, i colori primari, venivano rifratti generando delle misture cromatiche di grande suggestione.
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Estratto da: Dialogo N° 7 Arpe eolie ed altre cose inutili

Oppure, prosaicamente:
2 gruppi di esecutori reagiscono l'uno all'altro mediante un codice visivo che interpreta i segnali ottici provenienti da due corrispondenti zone dello spazio; tali segnali, forme visuali autosufficienti, sono legati a loro volta, in "tempo reale" alle modulazioni sonore dei due rispettivi gruppi di strumenti (arpe eolie).

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